sabato 5 dicembre 2009

Il caso è chiuso !

" A quattro mesi dalla bufera mediatica che investì il direttore di Avvenire Dino Boffo, e a tre mesi dalle sue dimissioni, il direttore del Giornale Vittorio Feltri ha scritto in prima pagina, nell’insolita veste di una risposta alla lettera di una lettrice, che «il caso è chiuso», fu effettivamente «una bagatella» e non «uno scandalo», e che l’atteggiamento «sobrio e dignitoso» di Boffo ora «non può che suscitare ammirazione».
La Cei parla di «ammissioni tardive», il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, di una «retromarcia clamorosa e importante» che non cancella però quanto è stato.
Il diretto interessato affida ad una dichiarazione pubblicata sul sito online del quotidiano dei vescovi il suo dispiacere per l’«incauto» coinvolgimento nella querelle di altre persone, che spera ora «siano lasciate in pace».
Feltri interviene di nuovo, dicendosi «un pò sconcertato», e definisce così la sua presa di posizione: «Nè scuse nè lacrime», nè tantomeno «una retromarcia», ma solo «una doverosa precisazione».

La ferita aperta nei media e nel mondo cattolico, oltre che nelle vite delle persone coinvolte, in quelle settimane..., fatica a rimarginare, tanto da indurre il presidente della Cei, card.Angelo Bagnasco, a cogliere l’occasione del Congresso dell’Unione stampa cattolica per lanciare un duro monito a tutto il mondo dell’informazione.
«Quando la comunicazione perde gli ancoraggi etici e sfugge al controllo sociale finisce per non tenere più in conto la centralità e la dignità inviolabile dell’uomo, rischiando di incidere negativamente sulla sua coscienza, sulle sue scelte, e di condizionare in definitiva la libertà e la vita stessa delle persone».
Bagnasco invoca la nascita di una «info-etica» che, al pari della bio-etica, vigili sulla violazione della vita e della dignità.
E ribadisce che è tutto il Paese ad aver bisogno di «un linguaggio serio e sereno».
«Un buon giornalista avrebbe verificato la notizia prima di pubblicarla».
Il cdr di TG2000 giudica «inqualificabile» la campagna mediatica «che Il Giornale ha orchestrato, nascondendosi dietro al diritto di cronaca», una «campagna diffamatoria» che ha colpito Boffo, la sua famiglia e le sue redazioni.
Il segretario della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: «Quella di Feltri su Boffo è una furbata più che una sincera retromarcia e una seria ammissione di errore cagionato. Conferma che questo non è giornalismo da insegnare a nessuno».
Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, si chiede «chi e come porrà riparo al danno personale e professionale» fatto a Boffo.
Secondo Enrico Letta, vice segretario del Pd, le parole odierne di Feltri sono «sconcertanti» e «l’ipocrisia di queste cripto-scuse non restituirà il dolore» provocato.
«Dopo il danno arriva la beffa», è l’opinione di Rosy Bindi, presidente dell’assemblea nazionale del Pd, secondo la quale ora «non si restituisce a Boffo ciò che gli è stato tolto con una vigliacca campagna di disinformazione»."
Dopo Boffo, è toccato di nuovo in questi giorni ad Alessandra Mussolini di finire in prima pagina per un presunto video hard
E domani, a chi toccherà ?
Quando si stabiliranno delle regole deontologiche serie che impediscano di rovinare le persone con pseudoscoop e porcherie simili ???

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