giovedì 27 agosto 2009

Il delitto del Circeo

Oggi il quotidiano riportava la notizia che uno degli assassini del Circeo era ritornato libero
"Considerate le evasioni, avrebbe dovuto scontare ben più di 30 anni che gli erano stati inflitti per la strage del Circeo, ma tra indulti, benefici penitenziari previsti dalla ’Gozzinì, regime di semilibertà e infine affidamento in prova ai servizi sociali, la pena di Gianni Guido è arrivata ormai al termine. I giudici del Tribunale di sorveglianza di Roma che nel 2008 lo hanno affidato in prova ai servizi sociali hanno scritto che Guido ha fatto un percorso di «silenzioso pentimento». "
Nel 1975 avevo 20 anni. Non dimenticherò mai quelle immagini di un telegiornale ormai lontano che mostravano un'auto ed una ragazza sfigurata dalle botte e dalle violenze di 3 ragazzi-bene romani, 3 Pariolini dal quartiere Parioli dove vivevano, aiutata ad uscire dal baule, dove era stata rinchiusa con la sua amica uccisa
Un delitto raccapricciante, delle immagini raccapriccianti per una storia tremenda
Io non so quest'uomo si sia veramente pentito ma le due giovani vittime subirono un trattamento bestiale che non si meritavano di sicuro e solo in parte ebbero giustizia
Il 30 settembre 1975 ci fu il massacro commesso dai tre ragazzi "pariolini", con violenze e sevizie di ogni tipo, per una notte intera, in una villetta al Circeo, la spiaggia della gente "bene" di Roma.
A finire nelle mani di tre aguzzini "pariolini", i neofascisti Angelo Izzo e Andrea Ghira, ed il figlio di un alto funzionario di banca, Gianni Guido, furono Maria Rosaria Lopez, che fu uccisa, e Donatella Colasanti, trovata in fin di vita, che si salvò, almeno fisicamente.
Un vigile notturno quel 30 settembre 1975 in via Pola si avvicinò ad una "Fiat 127" dalla quale provenivano dei gemiti e nel bagagliaio scoprì i corpi delle due ragazze avvolti in sacchi di plastica. L’auto era di proprietà di Gianni Guido che, rintracciato subito dai carabinieri, confessò la partecipazione al "festino" e fece i nomi dei suoi due complici, rampolli di agiate famiglie capitoline.

Maria Rosaria Lopez e Donatella Colasanti avevano conosciuto casualmente a Roma Angelo Izzo, Gianni Guido ed un altro ragazzo, risultato poi completamente estraneo al massacro.
Avevano accettato, il 29 settembre 1975, di partecipare ad una festicciola tra amici nella villa del padre di Andrea Ghira, ma subito, una volta in auto con i tre ragazzi, le giovani compresero che non ci sarebbero stati molti motivi di spensieratezza e gioia per quell’ appuntamento.
Nel corso delle sevizie ininterrotte, Maria Rosaria Lopez perse i sensi ed i ragazzi la uccisero immergendole ripetutamente la testa nella vasca da bagno.
Donatella Colasanti riuscì ad evitare la morte perchè, sottoposta ad una bastonatura, si finse morta ingannando i suoi torturatori.
A quel punto i ragazzi avvolsero i due corpi in buste di plastica, li caricarono nel bagagliaio dell’ auto e tornarono a Roma.
In città parcheggiarono la vettura davanti all’ abitazione di uno dei tre e si allontanarono, forse prevedendo di sbarazzarsi dei corpi in un secondo momento.
Donatella Colasanti, accortasi che l’auto era stata abbandonata, cominciò a gemere richiamando l’attenzione del vigile notturno che la salvò

I tre responsabili della strage del Circeo hanno avuto vicende diverse ma comunque travagliate e maledette
Andrea Ghira, subito fuggito all’estero, è morto in Marocco; le sue spoglie sono a Melilla, nel cimitero dei legionari spagnoli.
Angelo Izzo è di nuovo in carcere a scontare un altro ergastolo dopo che, nell’aprile del 2005, rimesso in semilibertà,per buona condotta, tornò a seviziare e ad uccidere una donna, Maria Carmela Linciano, e sua figlia Valentina di 14 anni.
Gianni Guido tra fughe ed arresti è riuscito a ritornare in libertà ma chissà se la sera quando va a dormire riesce a prendere sonno o, invece, si vede ancora davanti agli occhi quelle due giovani donne massacrate ?
Entrambe sono morte ora, ma la Colasanti per anni si battè per avere giustizia dai Tribunali e per far sì che i suoi aguzzini passassero il resto della loro vita in prigione
Per lei e la sua amica, di giustizia ce ne è stata troppo poca
Mi auguro che per quest'uomo di 53 anni le vite e le giovinezze che ha rubato in quel lontano 1975 al Circeo siano per lui rimorso e vergogna, perchè senza la vergogna il rimorso ed il senso di colpa, non ci sarà mai vero pentimento
E per me resterà sempre e comunque ul massacratore del Circeo !

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Erica,
ho un ricordo, mio, intimo, tutto particolare di quel fatto che ha sensibilizzato la mia adolescente coscenza. Nel '75 avevo 15 anni, andavamo in vacanza vicino al Circeo, quei tre disgraziati infami vivevano nella mia città, erano poco più grandi di me, come anche le loro giovani vittime, prede facili della loro follia.
Quella notizia mi turbò molto, come se per la prima volta il male di cui è capace l'essere umano mi toccasse il braccio, una spalle, mi alitasse sul collo tutta la sua ignomia. Come quando vai nei campi di concentramento nazzisti, e annusi, tocchi con mano, vedi con i tuoi occhi la memoria materializzarsi e insinuarsi con orrore nel tuo cuore. Ecco, come la nausea che mi fa oggi la pena di morte, il dolore della pena inflitta da un uomo ad un altro essere umano. E se vogliamo anche l'indifferenza con cui oggi chiudiamo gli occhi e le porte ai migranti.
Fu la prima volta che seguii un fatto brutale, una evento di cronaca portato nelle nostre case dalla TV in B/N.
E 4 anni fa, quando Donatella morì per un male incurabile mi tornò a mente tutto l'orrore percepito, e pensai che il male incurabile l'aveva colpita quel 30 settembre.
Ciao cara Erica.
;-) duccio
http://ducciop.blog.kataweb.it/
PS non riesco a commentare se non anonimo

Fabio ha detto...

Un'altra pagina nera (in tutti i sensi) della storia d'Italia. A quei tempi ero adolescente e ricordo un gruppo di ragazzi di destra che, a scuola, parlando di ragazze dicevano: "Facciamoci anche noi un Circeo". Che schifo - penso - c'era pure gentaglia che li prendeva ad esempio. Si potrebbe dire incoscienza giovanile ma quella frase da sempre mi fa pensare che le pene nei confronti di delinquenti del genere devono essere sempre dure, effettive ed esemplari. Un caro saluto, Fabio

ericablogger ha detto...

caro Duccio, anche a me a volte capita con blogspot di non riuscire a postare con il mi nickname
ma per avere uno dei tuoi commenti, sempre importanti e profondi, va benissimo anche l'anonimo con la tua firma
un caldo saluto a te e a Fabio
erica