E' arrivato ieri sera a Roma, all'aeroporto di Ciampino, dove ad accoglierlo c'era il ministro degli Esteri Emma Bonino. Oggi ha incontrato a Torino i suoi colleghi del quotidiano La Stampa a cui ha raccontato la sua terribile odissea di prigioniero in Siria insieme con lo scrittore belga Piccinin.
«All’inizio inizi a lottare contro le settimane, poi contro i giorni e contro i secondi. Una sfida impari».
«Cinque mesi di non vita» nell’inferno siriano
«Siamo stati umiliati come esseri umani. Ci davano da mangiare i loro avanzi, ci hanno tenuti chiusi in una stanza impedendoci di camminare, di uscire, di fare qualsiasi cosa. Perfino i bambini e i vecchi si sono accaniti contro di noi».
«Mi è venuta l’idea che Dio abbia lasciato la Siria al demonio, dicendo “è tua, fai quel che vuoi”».
Il Paese che aveva raccontato nei suoi servizi non esiste più.
«Gli unici che ci hanno trattato in modo dignitoso sono stati gli islamisti, i terroristi al-Faruq, che ci hanno tenuti per una settimana. Ci aveva passati a loro l’altro gruppo che ci teneva prigionieri, ma questi ultimi hanno dimostrato nei nostri confronti maggior rispetto, una forma di comprensione rispetto alla nostra situazione».
«In 152 giorni ho incontrato centinaia di persone come carcerieri e nessuno, tranne uno, ha avuto un gesto di compassione per me: l’unico è quello che mi ha dato il suo telefonino per chiamare a casa dopo due mesi. Mi hanno privato di tutte le cose che sono la mia vita: correre, camminare, scrivere e leggere. Mi hanno rubato una primavera e un’estate». Insieme al belga Piccinin, , «ci siamo raccontati le favole di quando eravamo piccoli. Da solo sarei morto. Sono finito nella casa dell’orco, e non ne uscivo più».
«Cinque mesi di non vita» nell’inferno siriano
«Siamo stati umiliati come esseri umani. Ci davano da mangiare i loro avanzi, ci hanno tenuti chiusi in una stanza impedendoci di camminare, di uscire, di fare qualsiasi cosa. Perfino i bambini e i vecchi si sono accaniti contro di noi».
«Mi è venuta l’idea che Dio abbia lasciato la Siria al demonio, dicendo “è tua, fai quel che vuoi”».
Il Paese che aveva raccontato nei suoi servizi non esiste più.
«Gli unici che ci hanno trattato in modo dignitoso sono stati gli islamisti, i terroristi al-Faruq, che ci hanno tenuti per una settimana. Ci aveva passati a loro l’altro gruppo che ci teneva prigionieri, ma questi ultimi hanno dimostrato nei nostri confronti maggior rispetto, una forma di comprensione rispetto alla nostra situazione».
«In 152 giorni ho incontrato centinaia di persone come carcerieri e nessuno, tranne uno, ha avuto un gesto di compassione per me: l’unico è quello che mi ha dato il suo telefonino per chiamare a casa dopo due mesi. Mi hanno privato di tutte le cose che sono la mia vita: correre, camminare, scrivere e leggere. Mi hanno rubato una primavera e un’estate». Insieme al belga Piccinin, , «ci siamo raccontati le favole di quando eravamo piccoli. Da solo sarei morto. Sono finito nella casa dell’orco, e non ne uscivo più».
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