Sulla testa del generale Ratko Mladic, il macellaio dei Balcani, l'ex capo militare dei serbi di Bosnia nella guerra del 1992-1995, che è stato finalmente catturato due giorni fa con un blitz a 80 km da Belgrado, in Serbia, ed è stato incriminato dal Tribunale penale internazionale dell'Aja per l'ex Jugoslavia nel 1995 di genocidio e altri crimini contro l'umanità, c'era una taglia di 10 milioni di euro.
La notizia della sua cattura è stata confermata dal presidente serbo, Boris Tadic. Mladic è il terzo fra i leader serbi ricercati per la guerra bosniaca ad essere assicurato alla giustizia, dopo Radovan Karadzic e Slobodan Milosevic. Ora l’ultimo latitante per le guerre balcaniche resta il leader serbo-croato Goran Hadzic. L’arresto è avvenuto all’alba, forse per una soffiata. Milorad Komadic, questo il nome con cui si faceva chiamare, viveva in un villaggio nelle vicinanze della città di Zrenjanin, nella regione della Vojvodina, dove già ad aprile si era detto che Mladic si fosse nascosto.
Mladic è accusato di essere il responsabile del massacro di 8.000 musulmani bosniaci a Srebrenica nel luglio del 1995 e dell' assedio di Sarajevo, in cui morirono più di 12.000 civili.
Mladic è accusato di essere il responsabile del massacro di 8.000 musulmani bosniaci a Srebrenica nel luglio del 1995 e dell' assedio di Sarajevo, in cui morirono più di 12.000 civili.
Fino al 2001 Mladic, "il boia di Srebrenica", viveva indisturbato a Belgrado, ma scomparve dopo l'arresto del presidente serbo Slobodan Milosevic . Era l'ultimo grande ricercato del Tpi insieme a Goran Hadzic, l' ex leader dei serbi di Croazia, che si ritiene si nasconda ancora in Serbia. Mladic è stato il capo militare di Radovan Karadzic, il leader politico dei serbi di Bosnia, catturato a Belgrado nel luglio 2008, e come capo di stato maggiore della Republika Srpska, Mladic è anche accusato dell'uccisione, della deportazione e del trasferimento forzato di non serbi a sostegno della campagne di 'pulizia etnica' in Bosnia nel 1992 - 1993.
Il massacro di Srebrenica è considerato la più grande atrocità commessa in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nei cinque giorni successivi alla presa di controllo della città da parte delle forze serbe bosniache almeno 8.000 uomini e ragazzi musulmani, tra i 12 e i 77 anni, furono uccisi, dopo essere stati separati dal resto della popolazione per "interrogatori per sospetti crimini di guerra". Il Tpi accusa Mladic di essere coinvolto in torture, abusi, violenze sessuali e percosse nei confronti di musulmani di Bosnia e di aver creato nei centri di detenzione condizioni "calcolate per provocare la distruzione fisica dei musulmani di Bosnia". L'ex capo militare dei serbi di Bosnia deva anche rispondere dei tentativi di occultare le esecuzioni dei musulmani bosniaci a Srebrenica, con la tumulazione in luoghi isolati dei corpi esumati dalle fosse comuni. Per il tribunale Mladic "faceva parte di un'associazione per delinquere il cui obiettivo era l'eliminazione o la rimozione permanente dei musulmani e dei croati bosniaci o della popolazione non serba di vaste aree della Bosnia Erzegovina".
Mladic è nato nel 1942 nel villaggio di Kalinovik, in Bosnia, che allora faceva parte della Jugoslavia ; aveva appena due anni quando il padre venne ucciso dagli ustascia croati, alleati dei nazifascisti. La morte del padre lo segnà per sempre e per tutta la vita odierà sia i croati che i musulmani. Quando il paese cominciò a disintegrarsi, nel 1991, fu inviato a guidare il nono corpo d'armata jugoslavo contro i croati a Knin, che divenne di lì a poco la capitale dei secessionisti serbi di Croazia. Di quel periodo si ricordano i pesanti bombardamenti che Mladic ordinò su Zara dalla montagna che sovrasta la città, tattica che verrà "perfezionata" con gli assedi di Sarajevo, Gorazde, Bihac, Srebrenica nella successiva guerra in Bosnia. . Quindi prese il comando del secondo distretto militare jugoslavo, a Sarajevo. Nel maggio 1992, l'assemblea dei serbi di Bosnia votò la creazione di un esercito serbo di Bosnia, nominando Mladic comandante. Il generale guidò le truppe durante tutto il conflitto di Bosnia. In sei mesi di guerra, Mladic conquistò il 70% del territorio della Bosnia, avendo a disposizione la potenza militare dell’Armata popolare jugoslava (Jna) contro bosniaci e croati disarmati e inesperti. I suoi uomini attuarono una brutale pulizia etnica - due milioni e mezzo di persone cacciate dalle loro terre e dalle loro case- in nome della Grande Serbia. Con lui tornarono in Europa i campi di concentramento nei quali migliaia di prigionieri furono picchiati, torturati, affamati e uccisi. I suoi uomini praticarono lo stupro etnico come arma di guerra Tra le vittime della guerra in Bosnia vi fu anche l’unica figlia di Mladic, Ana, che a 23 anni, nel 1994, si suicidà a Belgrado. Secondo alcuni per quello che il padre stava facendo in Bosnia, secondo altri per la morte del suo fidanzato che Mladic, per allontanarlo da lei, aveva mandato al fronte.
Il massacro di Srebrenica è considerato la più grande atrocità commessa in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nei cinque giorni successivi alla presa di controllo della città da parte delle forze serbe bosniache almeno 8.000 uomini e ragazzi musulmani, tra i 12 e i 77 anni, furono uccisi, dopo essere stati separati dal resto della popolazione per "interrogatori per sospetti crimini di guerra". Il Tpi accusa Mladic di essere coinvolto in torture, abusi, violenze sessuali e percosse nei confronti di musulmani di Bosnia e di aver creato nei centri di detenzione condizioni "calcolate per provocare la distruzione fisica dei musulmani di Bosnia". L'ex capo militare dei serbi di Bosnia deva anche rispondere dei tentativi di occultare le esecuzioni dei musulmani bosniaci a Srebrenica, con la tumulazione in luoghi isolati dei corpi esumati dalle fosse comuni. Per il tribunale Mladic "faceva parte di un'associazione per delinquere il cui obiettivo era l'eliminazione o la rimozione permanente dei musulmani e dei croati bosniaci o della popolazione non serba di vaste aree della Bosnia Erzegovina".
Mladic è nato nel 1942 nel villaggio di Kalinovik, in Bosnia, che allora faceva parte della Jugoslavia ; aveva appena due anni quando il padre venne ucciso dagli ustascia croati, alleati dei nazifascisti. La morte del padre lo segnà per sempre e per tutta la vita odierà sia i croati che i musulmani. Quando il paese cominciò a disintegrarsi, nel 1991, fu inviato a guidare il nono corpo d'armata jugoslavo contro i croati a Knin, che divenne di lì a poco la capitale dei secessionisti serbi di Croazia. Di quel periodo si ricordano i pesanti bombardamenti che Mladic ordinò su Zara dalla montagna che sovrasta la città, tattica che verrà "perfezionata" con gli assedi di Sarajevo, Gorazde, Bihac, Srebrenica nella successiva guerra in Bosnia. . Quindi prese il comando del secondo distretto militare jugoslavo, a Sarajevo. Nel maggio 1992, l'assemblea dei serbi di Bosnia votò la creazione di un esercito serbo di Bosnia, nominando Mladic comandante. Il generale guidò le truppe durante tutto il conflitto di Bosnia. In sei mesi di guerra, Mladic conquistò il 70% del territorio della Bosnia, avendo a disposizione la potenza militare dell’Armata popolare jugoslava (Jna) contro bosniaci e croati disarmati e inesperti. I suoi uomini attuarono una brutale pulizia etnica - due milioni e mezzo di persone cacciate dalle loro terre e dalle loro case- in nome della Grande Serbia. Con lui tornarono in Europa i campi di concentramento nei quali migliaia di prigionieri furono picchiati, torturati, affamati e uccisi. I suoi uomini praticarono lo stupro etnico come arma di guerra Tra le vittime della guerra in Bosnia vi fu anche l’unica figlia di Mladic, Ana, che a 23 anni, nel 1994, si suicidà a Belgrado. Secondo alcuni per quello che il padre stava facendo in Bosnia, secondo altri per la morte del suo fidanzato che Mladic, per allontanarlo da lei, aveva mandato al fronte.
Alla fine della guerra tornò a Belgrado ed entrò in latitanza. Fino al 2001 fu segnalato nel dintorni delal capitale serba, sotto la protezione di Milosevic. Nel 2004 emerse la notizia che Mladic veniva aiutato dalle forze militari serbe di Bosnia, mentre nel 2008 Belgrado ha ammesso che Mladic godette di protezioni militari fino a metà 2002.
1 commento:
Un criminale, un assassino. E' incredibile come certa gente goda di tante protezioni e sfugga per tanto tempo alla giustizia. Un caro saluto, Fabio
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