La rivolta del pane in Tunisia è diventata una rivoluzione sanguinosa nel giro di pochi giorni con m orti feriti ed un paese devastato da feroci battaglie sanguinose tra militari e civili, tra fedelissimi del dittatore Ben Ali contro il resto dell'esercito
Grazie a Raisat ed al satellite ho la possibilità di vedere France24 in lingua francese ed i servizi quotidiani e le immagini dalla Tunisia sono sconvolgenti. In pochi giorni una nazione si è ribellata ed è piombata nel caos più completo con la fuga del gen. Zine El-Abidine Ben Ali, dopo 23 anni di potere assoluto, con la Presidenta, la moglie Leila, inseguita dall’odio di tutta una nazione in festa
Un articolo di Mimmo Candito di alcuni giorni fa su La Stampa di Torino mi ha molto interessata perchè ricordava che Ben Ali aveva sostituito il vecchio Bourghiba - fondatore dello Stato indipendente dal vecchio dominio francese ma ormai incapace di governare il paese moderno che aveva costruito-, grazie anche all’aiuto degli Italiani
Nell'articolo si leggeva infatti che " la sua stessa presa del potere era nata da un complotto internazionale di spioni, dove gli agenti di Tunisi avevano avuto una mano d’aiuto dal Sismi. "
Il 7 novembre 1987 fu annunciato lo stato di emergenza e l’esercito prese il controllo della tv e delle gendarmerie .
Ancora più curioso è stato leggere che " accadde più tardi, nell’ottobre del ‘99, che a Roma, di fronte alla Commissione Stragi, il generale Fulvio Martini, che per 7 anni è stato capo del Sismi sotto i governi Craxi, Fanfani, Goria, e Andreotti, e di storie sporche ha pieni i suoi armadi, riveli che «negli anni 1985-1897 fummo noi Sismi a organizzare un colpo di Stato in Tunisia, mettendo il generale Ben Alì al posto di Bourguiba». C’era aria di crisi, laggiù, spiega Martini, con grossi rischi di dare spazio al fondamentalismo in tutto il Maghreb; noi italiani avevamo interessi seri, e il capo del governo Craxi e il ministro degli Esteri Andreotti ci diedero direttive precise. «Ci fu il cambio di potere senza spargere una goccia di sangue» e, un mese dopo il golpe bianco, il presidente dell’Eni, il socialista Reviglio, viaggiava a Tunisi accompagnato da Craxi, a firmare un importante accordo industriale e finanziario. (Hammamet e il rifugio di Craxi in esilio arriveranno qualche anno dopo.) "
Se non ci fosse stata la fuga precipitosa di questo uomo che ha fatto della sua vita un girandola di soldi, intrighi, spie, torture e loschi affari misteriosi, non avrei mai saputo di un ulteriore sporco affaire dei soliti nostri servizi segreti che in passato sono troppo spesso stati implicati in faccende ben poco pulite !
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