mercoledì 18 febbraio 2009

Professione: agromanager !

Ogni domenica leggo sempre con piacere ed interesse sul quotidiano La Stampa le pagine di "Settimo Giorno" dedicate alle notizie del Piemonte e della Valle d'Aosta
L'articolo più importante di oggi è un'intervista ad un indiano del Punjab che, giunto in Italia oltre vent'anni fa, è diventato un mungitore ed un agromanager nelle risaie piemontesi, dove dirige una maxi stalla in provincia di Novara
Quello che mi ha colpito di più in questa storia non è il fatto che uno straniero sia riuscito ad avere successo nel nostro paese, ma quello che il giornalista Gianfranco Quaglia, che ha scritto l'articolo, mette in evidenza con parole precise e molto chiare:
" Bhela Surinder Sing ... è uno di quelli che ce l'hanno fatta.
Uno dei tanti extracomunitari che danno braccia all'agricoltura ricca di laser, computer,tecnologia avanzata, ma povera di manodopera, là dove i muscoli sono ancora indispensabili. Nel settore zootecnico il mungitore è rimasto figura centrale.Sono arrivate le mungitrici elettriche, ma chi sovrintende alle operazioni - governo del bestiame, alimentazione compresa e i parti - è sempre lui, il mungitore.
Un mestiere non tramontato, anzi in agricoltura è ai vertici dei posti vacanti.
Un capostalla oggi arriva a guadagnare sino a duemila euro lordi mensili, cui si aggiungono benefit e superminimi, che possono portare in qualche caso, a una paga complessiva di tremila euro, quando si va oltre le sei ore e mezzo al giorno, come prevede il contratto di lavoro.
Molte volte si incomincia nel cuore della notte perchè il latte va munto prima dell'alba e i parti non hanno scadenze programmate.
Quasi impossibile trovare un giovane di casa nostra che aspiri a questa attività.
E allora ecco gli indiani venire in aiuto alla zootecnia italiana..."
In questo periodo di crisi profonda, di cassa integrazione, di disoccupazione, di ditte che chiudono, di giovani diplomati e laureati che non trovano un lavoro, di precari della scuola che non hanno un avvenire con i futuri tagli della finanziaria, è rassicurante leggere la storia di questo mungitore con il turbante.
" Studiavo matematica all'Università del mio paese, tanta povertà e poche prospettive. Mio padre era morto da poco, nell'88 in India la situazione era grave e sull'orlo della guerra civile. Decisi di tentare"
Arrivato in Italia fa l'inserviente di un circo equestre nel Foggiano, poi arriva in Lombardia, dove lavora in una carpenteria, è dipendente di un ambulante di frutta e verdura ma poi si ammala.
In ospedale incontra un sacerdote che lo aiuta e lo mette in contatto con un umprenditore agricolo che vuole allargare l'azienda ed ha bisogno di una persona capace e fidata.
Sing ci racconta:
" Io con le mucche non avevo mai lavorato, ma noi indiani abbiamo una venerazione secolare per i bovini. In ogni casa, c'era almeno una bufala che ci assicurava il latte quotidiano e io ho imparato a mungerla si da bambino. Così ho accettato "
Dalla stalla di Cislago, nel Lodigiano, passa a "La Graziosa", nel Novarese, dove l'imprenditore vuole trasformare l'antica azienda risicola ( famosa perchè fu lì che si girò il film La risaia con Elsa Martinelli) in una ad indirizzo misto.
Con la giovane, attuale imprenditrice, Sing si occupa del patrimonio zootecnico del cascinale: 320 ettari, 450 mucche di razza Frisona e Jersey della Danimarca da latte, che producono 41 quintali di latte ogni mattina, e 60 tori d'allevamento, tutti nutriti con trinciato di mais locale.
Con la moglie, Sing ha anche il coordinamento della vendita diretta fuori le mura del cascinale.
Due volte la settimana va a Milano dove vende direttamente i formaggi, lo yogurt, i gelati e la carne, prodotti nella " Fattoria delle Jersey", la prima ad aprire in Italia un distributore automatico del latte crudo e con uno spaccio aziendale con centinaia di clienti che ogni giorno acquistano direttamente in cascina.
Sing ha anche acquistato e poi riveduto due ristoranti-pizzeria a Novara.
" E' stata un'esperienza positiva, che mi ha gratificato dopo anni di fatica - dice Sing - ma preferisco rimanere alla Graziosa, dove sto bene e mi sento realizzato "
A volte non serve un titolo di studio elevato, una professione "nobile", o la partecipazione ad Amici, a X Factor, a Sanremo giovani o a Il Grande Fratello, per avere successo e ricchezza.
Ci si può realizzare anche con tanta voglia di lavorare, buone capacità, intelligenza, costanza e quel sapersi "accontentare" di un sano lavoro, duro, faticoso, ma sicuro, stabile e redditizio!!!

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