L'altro giorno stavo parlando con alcune colleghe con cui lavoro da molti anni ed abbiamo concluso le nostre constatazioni, fatte dopo l' incontro con i genitori per la distribuzione delle schede, in un unico modo: è sempre più difficile capire e comunicare con i genitori dei nostri alunni perchè appartengono alle nuove generazioni e non allevano i loro figli come facevano quelli del passato
Una mia collega ha aggiunto che era profondamente delusa ed amareggiata perchè i genitori pensano che dobbiamo essere noi insegnanti ad avere la bacchetta magica e a fare i miracoli con i loro figli, mentre loro genitori non fanno più nulla per educare i loro figli
Probabilmente aveva perfettamente ragione e la nostra impotenza nasce proprio da lì, da quell'idea sempre più diffusa che deve essere per forza la scuola ad educare mentre la società, i media, le famiglie, la Tv se ne lavano le mani ...
E la maggior parte dei genitori viene a scuola solo per reclamare o per accusare gli insegnanti di non capire i loro figlioli !
Nelle opinioni del quotidiano di oggi ho trovato un breve ma molto speciale pensiero di Lorenzo Mondo, un giornalista che mi piace molto perchè scrive "cose" che assomigliano tanto a quelle che penso anch'io, che si intitolava : " Ai genitori 5 in condotta "
" Il caso di Chioggia, dove uno studente ha accoltellato senza apparenti motivi un professore, è abnorme e non può rientrare nella contabilità dei fatti incresciosi che riguardano la scuola e costellano le cronache.
Però sempre negli stessi giorni, nel Vicentino, cinque giovanissimi allievi delle medie, poco prima dell’ingresso a scuola, hanno legato una ragazzo indiano a un palo della segnaletica stradale e filmato l’impresa con il cellulare.
Non dà sollievo rilevare che non si tratta di un atto di razzismo (due degli aggressori sono di origine straniera). Basta e avanza un onnicomprensivo bullismo, anche se la parola va stretta per definire certi comportamenti disumani.
È tuttavia Torino a registrare un episodio che, in sé meno grave, risulta specialmente istruttivo. Riguarda un istituto che si fregia del nome di Primo Levi, lo scrittore che tanto si è adoperato per instillare nei giovani il piacere dello studio e del lavoro ben fatto.
È tuttavia Torino a registrare un episodio che, in sé meno grave, risulta specialmente istruttivo. Riguarda un istituto che si fregia del nome di Primo Levi, lo scrittore che tanto si è adoperato per instillare nei giovani il piacere dello studio e del lavoro ben fatto.
Tre ragazzi sono stati sospesi per 16 giorni dopo una sequela di atti, anche minacciosi, che compromettevano il normale svolgimento delle lezioni.
La sospensione, che comporta l’eventualità di un 5 in condotta, è resa possibile dal decreto del ministro Gelmini, nell’occasione salutato con gratitudine da insegnanti e genitori.
Non da quelli dei tre interessati, che hanno elevato fiere proteste. Uno di essi è arrivato a sostenere che spetta alla scuola insegnare a comportarsi bene, e se non ci riesce «sono fatti suoi».
È la punta estrema di un atteggiamento diffuso, di una lagna che pretende dalle istituzioni e dalla società la soluzione di ogni problema, anche di quelli che sono a portata di mano e che spettano alla primaria responsabilità dei singoli cittadini e, nel caso, delle famiglie.
Tant’è che il voto di condotta, e la bocciatura, dovrebbero esprimersi anche nei confronti dei genitori. Lungo e variegato è il casellario delle inadempienze, delle «materie» di valore morale e civile che vengono bellamente trascurate.
Sarebbe ingeneroso non tenere conto delle circostanze, a volte complicate e condizionanti.
Ma certo rappresenta un segnale negativo, e fortemente diseducativo, la difesa a oltranza dei figli malcresciuti.
Non è tempo di sganassoni, ma neanche di pietose, e distratte, assoluzioni "
Meglio non poteva scrivere Lorenzo Mondo. Parole che dovrebbero far riflettere. E molto ...