mercoledì 6 gennaio 2010

Il caso Craxi

Nei giorni scorsi ho seguito sulle pagine del quotidiano La Stampa gli articoli riguardanti la polemica nata dal fatto che a 10 anni dalla morte di Bettino Craxi, il sindaco di Milano, Letizia Moratti, avrebbe deciso di intitolargli una via o più probabilmente un giardino all’interno di un parco nella sua città natale.


Ricordo ancora molto bene gli anni d'oro del suo governo, quando ad esempio andavo in vacanza in Francia dai miei cugini e loro mi chiedevano sempre del "Condottiero" e dei suoi accoliti che erano riusciti a far risorgere l'Italia e a renderla più famosa della Francia nel mondo intero
Come ricordo quel triste giorno in cui fu sommerso dalle monetine lanciate da tanta gente comune, all'inizio dell'inchiesta di Tangentopoli - che poi lo vide fuggire ad Hamamet, in Tunisia dove morì - e la sua corsa precipitosa al riparo di un'auto di servizio che lo portò via sgommando
Triste conclusione di un periodo d'oro, di sogni di gloria e di potere conclusi nel peggiore dei modi


Uno degli articoli che mi hanno più colpita è stato quello di Michele Brambilla che inizia così : " Quando Bettino si beveva la città
Superattici, cene e belle donne: gli anni ruggenti dei socialisti a Milano
La svolta del Psi: dalla sobrietà antica di Nenni all’ostentazione del potere "
Un'analisi abbastanza precisa e giusta, anche se piuttosto impietosa, del " condottiero" e di quel mondo di politici, imprenditori ecc ecc che finì così male, con processi e condanne per corruzione e tanto altro
Ma dell'uomo e politico Craxi ne parle anche, in un'intervista, Piero Fassino, ex Ds, che lo ritiene un capro espiatorio
Non ho condiviso molto questa teoria di Fassino in quanto ritengo che fu un colpevole, in effetti, ma sicuramente dietro a lui ci furono altre persone che ne approfittarono e che si servirono di lui
/ Anche il suo legale Giannino Guiso ha dichiarato che “Craxi fu colpevole come altri, ma diventò il caprio espiatorio " in una intervista di pochissimi giorni fa /
E dopo aver letto questo articolo, in cui si svelano alcuni retroscena sulla trattativa fallita per farlo curare in Italia, quando Craxi disse di no perchè riteneva che era "Meglio morire che tornare così", penso che se avesse accettato di rientrare, con il tempo anche lui avrebbe fatto come tutti gli altri colpevoli di quello scandalo: sarebbe uscito comunque di prigione in poco tempo e avrebbe ricominciato a far politica in Parlamento, protetto da leggi ad personam ...
Posso capire benissimo il pensiero del leader dell'Idv Antonio Di Pietro che lo ha definito " un corrotto, un condannato e un latitante "
E non trovo per nulla opportuno dedicargli un'altra via ma mi chiedo perchè l'Italia debba sempre essere ad ogni costo il paese che riabilita tutti ...
Non si può, una volta tanto, lasciare chi ha subito condanne ed è scappato nell'oblio della memoria e nella pace di una tomba ?


In una breve ricerca nel web sulla polemica Craxi ho trovato molto interessanti anche questi due articoli : Perchè è inopportuno riabilitare Craxi de l'Unità, giornale della sinistra, e Bobo Craxi chiede aiuto a Berlusconi della Repubblica dell' ottobre 1999 Buona Lettura !

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