Sono due giorni che il coronavirus è finito in secondo piano perché su tutti i giornali e in TV impazzano le polemiche per la liberazione di Silvia Romano, la giovane cooperante milanese rimasta prigioniera della jiad islamica in Somalia per ben 18 mesi, dopo un rapimento che anche allora provocò polemiche, insulti e quant'altro sui social
La giovane e stata liberata con il pagamento di un riscatto, e già questo è stato motivo di ire funesta, ma quello che ha scatenato l'ira di dio, come si suol dire, è il fatto che è tornata vestita come una musulmana ( dopo tutto quel tempo non poteva essere diversamente, no ) e che ha candidamente dichiarato di essersi convertita alla religione di Maometto e di chiamarsi adesso Aisha, come la terza moglie del suddetto.
Dopo insulti minacce di morte lettere e chi più ne ha più ne metta, Silvia Romano si è recata dal capo dell'antiterrorismo di Milano, Alberto Nobili
Lei ha dichiarato di essere serena, ma la madre, assillata dai giornalisti mentre era uscita un attimo da casa, ha detto solo una cosa, la stessa che ho pensato io quando ho visto la foto della giovane tutta intabarrata in quel lungo pastrano verde che le ricopriva anche il capo : " Chiunque finisce in quei posti li, si converte",
Donna saggia, la mamma di Silvia. E posso immaginare l'angoscia di questa famiglia che per mesi non ha avuto notizie della ragazza e poi al suo ritorno si sono ritrovati in mezzo a questa bagarre da circo equestre del solito branco di affezionati insultatori sputa sentenze che devono sempre dire la loro su tutto e su tutti, spargendo veleno e cattiverie a iosa.
La loro felicità per aver potuto riabbracciare Silvia è stata sporcata da tutto quello che è successo nelle ore successive al suo ritorno in Italia.
Sicuramente anche su di lei calerà l'oblio di stampa e giornali e i frequentatori dei social avranno altre vittime da prendere di mira, ma un'esperienza simile non è da augurare a nessuno, ne a chi è andata sicuramente in Africa piena di gioia e di speranza convinta di fare del bene ai piccoli del posto, insegnando loro quello che lei aveva appreso in un paese europeo culturalmente avanzato, e che si è ritrovata nelle mani di fanatici religiosi che non hanno scrupoli di nessun tipo, uomini che in nome di una religione uccidono e sottomettono senza pietà interi territori occupandoli con le armi e la violenza. Ne tanto meno la famiglia di chi è stato rapito per tanti mesi, un tempo infinito per chi ha atteso con ansia notizie senza sapere se era ancora viva o se era stata uccisa senza pietà .
Ricordo il rapimento di Giuliana Sgrena, la giornalista la cui famiglia vive ancora qui in Ossola, e la sua liberazione traumatica in Iraq. Una donna adulta ed esperta tornata provata il cui viso pieno di angoscia e di disperazione non impedí ai soliti di creare un caos di polemiche a non finire.
La brillante operazione di quella volta fini nel sangue, mentre questa è stata un successo per il capo di Governo Conte e per Di Maio , che si sono recati entrambi a riceverla all'aeroporto.
Forse col senno di poi sarà venuto loro in mente che forse era meglio farla rientrare in sordina, con un silenzio forse ipocrita, ma sicuramente rassicurante per lei e per la sua famiglia?
Io penso spesso a padre Dall'Oglio, scomparso da anni in quel calderone infernale che era la Siria in guerra, anche lui rapito mentre si dedicava al benessere di chi era in difficoltà, e di cui non si è mai più saputo nulla.
Mentre Quirico, il giornalista di guerra de La Stampa, entrato clandestinamente in Siria, fu preso e passato di banda in banda fino alla liberazione. Un uomo fortunato che però in quell'occasione rischiò parecchio e subi parecchio. Vide cose inimmaginabili e quando tornò dichiarò in una lunga intervista al giornale torinese, per il quale ancora oggi lavora come reporter di guerra, il suo odio per quegli assassini e farabutti che usano la religione mussulmana come scudo per commettere crimini e nefandezze indescrivibili
Questa volta invece ciò che più ha scatenato le menti dei soliti è stato il fatto che la giovane Silvia Romano è tornata sorridente, apparentemente felice, ben vestita e per nulla sciupata o terrorizzata.
E allora apriti cielo, impiccatela, arrestatela e tutto il resto del repertorio becero di un certo mondo di internet e dintorni
Oggi pomeriggio io ho accolto il messaggio di Amnesty International Italia ed ho inviato un breve pensiero a Silvia. Le ho augurato di ritrovare la pace e la tranquillità con la sua famiglia e con chi le vuole bene
E spero il più presto possibile perché non sarà di certo facile e semplice per lei dimenticare ciò che le è successo in Africa, comunque sia andata.
A quell'età si è ancora giovani e se non si ha un carattere forte, da guerriere, in un modo o nell'altro si soccombe e si subisce tutto pur di non impazzire, umiliate e calpestate dall'odio di uomini che ci odiano a morte
Perché siamo europei e cattolici
A questo forse dovrebbero pensare tutti quelli che si sono scagliati contro Silvia e dovrebbero pure riflettere sul fatto che noi europei siamo stati vittime negli ultimi anni di attacchi terroristici a casa nostra. In Francia, in Inghilterra, in Belgio ....fino al devastante attacco delle Torri gemelle a New York nell'ormai lontano 2001. Menti bacate che ci odiano ed odiano il nostro modo di vivere, odiano noi donne libere intelligenti e non succubi, odiano la nostra religione, ben più antica della loro, ma con tante analogie , da alcune feste a tanti versetti del Corano, dove si ritrovano pensieri positivi come nella Bibbia di Cristiani ed Ebrei
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